Calascio

STORIA DI CALASCIO

Il toponimo Calaso figura già nell’816 in un documento dell’imperatore Ludovico I che elencava i possedimenti dei monaci Volturnensi e riflette la base prelatina cala, cioè “fianco scosceso del monte, scoscendimento”.

Vie del centro storico di Calascio
Successivamente, con ogni probabilità dopo la conquista normanna dell’anno 1140, venne costruito per volontà di Re Ruggero d’Altavilla il castello sul monte sovrastante per controllare meglio il territorio, ma non si esclude l’esistenza di una più antica torre d’avvistamento. Documentata nel 1239 e nel 1380, passò ai Piccolomini Todeschini nel 1463. Antonio Piccolomini Todeschini fece realizzare le quattro torri circolari ed una merlatura ghibellina sul modello del castello di Celano e della nuova chiesa parrocchiale di Castelvecchio Calvisio. Attorno alla struttura militare si formò un borgo, Rocca Calascio

Nel 1703 il paese venne danneggiato dal terremoto dell’Aquila del 1703, in seguito al quale il borgo di Rocca Calascio, fortemente provato, venne quasi completamente abbandonato e buona parte della popolazione si trasferì nella sottostante Calascio. Calascio e la sua Rocca fecero parte dal XIII secolo della baronia di Carapelle, che comprendeva anche Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio e Santo Stefano di Sessanio[6] fino al 1806, anno dell’abolizione della feudalità. I due centri abitati erano stati feudo, come gli altri centri della baronia, delle famiglie Pagliara, Colonna, Celano, Caldora, Accrocciamuro, Piccolomini Todeschini, Del Pezzo, Cattaneo, Medici e Borbone.